I BASSI DI NAPOLI
- Napoli è... magia
- 30 giu 2019
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I bassi di Napoli sono una piccola abitazione a pianterreno che affaccia sulla strada. Icona dell’antica e perenne miseria degli strati sociali più emarginati della città, i “bassi” o come sono chiamati in napoletano “‘e vasci”, hanno origini antiche.
Boccaccio fu uno dei primi a scriverne nel suo “Decameron”, dopo che nel 1325 fu condotto dal padre in questa città all’età di dodici anni: “…Guardo quelle che siedono presso la porta delle loro case in via Capuana…”. Anche se probabilmente la nascita ufficiale dei “bassi” napoletani si ebbe durante la dominazione spagnola, tra il XVI e il XVII secolo.
La popolazione della città era in continuo aumento e per questo motivo, dato che per ragioni militari era vietato costruire all’esterno della cinta urbana, i napoletani iniziarono ad abitare in tutti i luoghi disponibili: locali, esercizi pubblici, botteghe artigianali.
Inoltre dato il sovraffollamento cittadino, non era raro vedere più famiglie abitare insieme dividendo spazi ridotti. Le nuove abitazioni non persero però l’originaria funzione di negozi poiché i cittadini non smisero di esercitare le proprie attività commerciali lì dove abitavano.
Si estese il fenomeno di “fare casa ‘e puteca” in un unico ambiente.

I “bassi” si diffusero così sempre di più, basti pensare che nel 1881 si contavano più di ventiduemila locali del genere, e che nel 1931 aumentarono a quarantamila.
Per contrastare il fenomeno, le autorità posero all’esterno degli edifici censiti in questo anno, targhe con la scritta “Terraneo non destinato ad abitazione”.
Divieto che non portò alle conclusioni sperate. Altro tentativo di eliminare questa struttura abitativa anticipò le insegne del Novecento poiché avvenne nel 1884, anno in cui una grave epidemia di colera colpì Napoli provocando circa settemila morti in città e quasi ottomila nella provincia.
A essere più duramente colpiti furono i vecchi quartieri di Vicaria, Porto, Pendino, Mercato dove erano largamente diffusi i “bassi”.
L’epidemia pose il tema della riqualificazione della città al centro del dibattito dell’opinione pubblica e così fu approvata, nel gennaio 1885, la legge “pel risanamento della città di Napoli” che prevedeva la bonifica di questi quartieri. A una prima fase di novità e costruzioni, ne seguì una seconda che vide l’arenarsi della maggior parte dei progetti.

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